Murmur Mori dal vivo

Prossimi concerti:

02/06/2023 – Chiesa di San Martino “di Ingravo” (Sec. XII), Bolzano Novarese (NO)
16/10/2023The Franciscan Church, Bratislava (Slovakia) – Istituto Italiano di Cultura

Tra i concerti più importanti del passato, ricordiamo:

27/06/2015 – Museo di Sant’Agostino. Genova
09/07/2016 – Festival “Tera Salvaria”, musica acustica legata alla Natura tra le Dolomiti. Val Badia (BZ)
16/09/2017 – Abbazia di San Bernardino. Genova
13/08/2018 – “Le leggende delle Alpi”, concerto e conferenza presso il Centro visite del Parco ValGrande con il professore ed antropologo Paolo Crosa Lenz
17/11/2018 – Musica nel tempio protestante di Tolone. Toulon (France)
19/07/2019 – “Il medioevo oggi, musica e parole”. Concerto e conferenza presso la torre Simonis (XIII secolo) di Santa Maria Maggiore (VB)
06/09/2019 – In concerto nel borgo medievale di Ghesc, Montecrestese (VB)
08/12/2019 – Museo Archeologico di Mergozzo (VB)
26/07/2020 – Chiesa romanica di San Giovanni in Montorfano (VB)

26/09/2020 – Chiesa di San Maurizio, XI secolo – Gravellona Toce
19/06/2021 – Castello Visconteo di Vogogna (VB)
15/08/2021 – Sagrato dell’Oratorio di San Rocco, Crana (VB) SOLD OUT
02/10/2021 – Sala Capitolare dell’Abbazia di Morimondo (MI) SOLD OUT
24/10/2021 – Rami Intrecciati, Castello di Ragogna (UD) – concerto e conferenza con il professor Angelo Floramo. SOLD OUT
30/06/2022 – Bordeaux, Francia – Festes Baroque, Château Carbonnieux – Léognan (près de Bordeaux)
02/07/2022 – Indre, Francia – Eglise de St Pierre de Jards
24/07/2022 – Festival Oxilia – Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, XIV secolo, Crevoladossola (VB)
30/0//2022 – Chiesa di San Paolo e Pietro – Caraglio (CN)
11/08/2022 – Santa Maria Maggiore (VB), Vecchio Municipio Casa Mandamentale – Concerto conferenza con lo storico Enrico Rizzi
01/10/2022 – Santuario dei Santi Vittore e Corona – Feltre (BL)
09/10/2022 – Chiostro dell’Abbazia dei Santi Nazzaro e Celso, XI secolo – San Nazzaro Sesia (NO)

 

PROGRAMMA MUSICALE, 2022:

Poetesse, poeti e poesia giullaresca d’Italia

Un viaggio musicale che porta alla scoperta della lirica italiana delle origini. Cercando tra le fonti manoscritte del Medioevo e i modi della musica popolare dal XII secolo ad oggi, l’ensemble Murmur Mori ha musicato queste liriche fondamentali per ricostruire l’atmosfera musicale e la storia dei primi poeti, poetesse e musicisti della lirica volgare italiana. 

Dal Canzoniere Vaticano Latino 3793 viene posta in musica “A la stagion che’l mondo foglia e fiora”, la poesia malmaritata de La Compiuta Donzella di Firenze, esponente della Scuola Toscana; e il “Contrasto d’Amore”: una tipologia di tenzone tipica della Scuola Siciliana in cui la donna paragona il suo amato ad uno sparviero una volta legato al suo amore, ma ora in volo sopra il verziere di un’altra donna. L’uomo risponde incitandola a non dare ascolto a quelle voci messe in giro da chi vuole disturbare la loro gioia. “Dança de Mai” è una poesia intesa per accompagnare la danza. Proviene dal manoscritto francese (Nouv. Acq.) 7516 del XIII secolo, ora conservato nella Biblioteca nazionale di Francia. Questa poesia è appuntata nelle ultime pagine del poema cavalleresco Partonopeus de Blois ed offre una splendida testimonianza della rota, una danza circolare sopravvissuta anche oggi nelle tradizioni popolari, come per esempio il ballu tundu sardo. Il 26 Aprile 1265 i due frati gaudenti bolognesi Catalano de’ Malavolti e Loderingo degli Andalò, che Dante colloca nella bolgia degli ipocriti nel suo Inferno, istituiscono l’Ufficio dei Memoriali che ha prodotto 322 registri di atti notarili all’interno dei quali i notai hanno trascritto anche colorite rime in volgare dallo stile giullaresco e popolare, tra le quali la ballata “Pur bii del vin, comadre” posta in musica dall’ensemble. In queste rime vengono descritte le avventure di due donne che vagano per taverne maledicendo i marinai che portano carichi di lino, per loro da filare, invece che di vino. Il lessico è emiliano e contiene la più antica attestazione della parola “lasagne”. Liriche che sono giunte ai nostri giorni senza notazione musicale, anche se la loro struttura testimonia che furono scritte per la musica e la danza, come “Seguramente vegna la nostra dança” e “E•lla mia dona çogliosa” dei Memoriali Bolognesi in cui si possono avere anche degli scorci di come il ballo aveva luogo. In questo percorso musicale è inevitabile non imbattersi nei Clerici Vagantes, studenti, musicisti girovaghi e giullari che animarono l’Europa dal XII secolo. L’ensemble ha musicato “O Fortuna velut Luna” e “Fortune Plango Vulnera”, due poesie del celebre Codex Latinus Monacensis 4660, ricercando sonorità secolari e affini allo spirito della goliardia, istituzione ancora presente in Italia. Se la poesia araba può aver influenzato i trovatori occitani con la lirica andalusa, ha certamente contribuito ad originare la Scuola Siciliana, poi confluita nella Scuola Toscana, che fioriva nell’Emirato di Sicilia nel quale vivevano musicisti siculo-arabi e che fu successivo territorio anche della cultura normanno-sveva. Questo fertile terreno di incontri ha potuto creare poeti e musicisti dalla creatività rinnovata ed ispirata che hanno posto le fondamenta del linguaggio volgare poetico italiano. Bonagiunta Orbicciani, nel nostro programma con “Tutto lo mondo si mantien per fiore” tratta dal Canzoniere Laurenziano Rediano 9, fu un fondamentale esponente della Scuola Toscana del XIII secolo e da uomo dell’età dei comuni scrive anche rime politiche. Espresse il suo malcontento per la “nuova mainera” in cui iniziarono a scrivere i poeti dello Stil Novo che iniziarono a discostarti dallo stile poetico della Scuola Siciliana e della Lirica Provenzale. “La ballata delle Monache” proviene dal codice Magliabechiano VII. 1078, BNCF della prima metà del XV secolo. La ballata satirizza sulle monache e la loro vita monastica che si rivela essere inaspettatamente carica d’erotismo e di incontri sessuali. Per finire, il componimento “La Giullaressa” è una gemma unica, anche se di un periodo ben più tardo, che testimonia l’esibizione di una donna anonima su una panca (palcoscenico) in piazza, probabilmente di Piazza Maggiore a Bologna dal momento che l’incunabolo che contiene i due sonetti venne stampato lì nel 1507 (Palatino II.20 E.6.5.3., BNCF). Brilla la poesia di questa cantimpanca che descrive le sue emozioni quando <<in banca sale>> a cantare e da lì difende il potere del canto evocando Febo ed Anfione.

L’ensemble non ha mai utilizzato l’ausilio dell’elettricità durante i concerti. Questa scelta nasce dal desiderio di offrire un ascolto autentico che riporta la musica al suo stato organico, permettendo inoltre all’ensemble Murmur Mori di esibirsi in totale libertà, senza interporre nulla tra la musica ed il pubblico. 

Ogni luogo, dalla stanza di un castello ad un bosco, possono trasformarsi nella cornice perfetta per la musica di Murmur Mori.

Iscriviti alla newsletter